giovedì 1 marzo 2018

Una domenica al centro Loris Malaguzzi

Domenica scorsa con la famiglia da poco riunita dopo trasferte varie siamo andati a passare il pomeriggio al Centro internazionale Loris Malaguzzi a Reggio Emilia, culla del metodo pedagogico Reggio Children che rappresenta per il nostro territorio un'eccellenza esportata a livello Europeo. 

I bambini e i genitori sono accompagnati dagli atelieristi in uno spazio che prima di tutto colpisce per l'estetica e l'armonia, aspetti che purtroppo spesso sono carenti o quanto meno non così curati in alcune realtà destinate ai bambini. Oltre all'aspetto esteriore, anche il contenuto del laboratorio, nelle due volte in cui ho partecipato, mi è sembrato di grande qualità tecnica e colpisce quanto gli atelieristi siano capaci di coinvolgere i bambini e di assecondare la curiosità e l'interesse dei bambini che, sosteneva anche Malaguzzi, ha caratteristiche di scientificità.

E' fantastico vedere i nostri piccoli sperimentare nello spazio effetti di luce, di cromie, movimenti loro e degli oggetti che li circondano. E' come se di colpo acquisissero competenze che noi ignoriamo  e diventassero davvero piccoli scienziati che collaborano per una scoperta che arricchisce tutti.

Certo, a volte tutto questo spaventa, e mi è capitato di pensare: "e se rovina qualcosa, se questo oggetto si rompe?", ma ho cercato di calarmi nel qui e ora della sua esperienza lasciandogliela vivere con la competenza della sua età, mettendo da parte ansie che potessero pregiudicare la sua libertà di azione in un contesto comunque protetto. Ho potuto verificare che è questo stesso contenitore a fornire loro un confine, a farli muovere con sapienza e ordine e, altra cosa che in altri contesti difficilmente si verifica, a cooperare.

Sono infinitamente grata a questa carismatica figura, che ha lasciato una grandissima eredità alle generazioni future... e termino questo articolo con le sue parole.








Invece il cento c’è

Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino ha
cento lingue
cento mani

cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c’è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
Gli dicono insomma
che il cento non c’è.
Il bambino dice:
invece il cento c’è.
Loris Malaguzzida PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-5433>

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