giovedì 31 maggio 2018

Riflessioni sul convegno Danza della Vita



Il frullatore del Convegno Danza della Vita è terminato ormai da una decina di giorni ma non ho ancora trovato occasione per scrivere niente a riguardo, se non qualche ringraziamento su Facebook a chi ha partecipato, sia in veste di relatore, organizzatore o come ascoltatore. Il fatto è che le emozioni sono state talmente tante che è difficile descriverle a parole, anche per una come me che con le parole, specialmente scritte, di solito ci va a nozze.
Per chi c'era so che è chiaro di cosa sto parlando, sentire l'entusiasmo degli ospiti che abbiamo chiamato, la passione che mettono nel loro lavoro e che hanno messo nel comunicarla al pubblico sono stati davvero di una forza e di un'energia che mai avrei potuto prevedere. 
Ho aperto la danza parlando di continuum, nell'assistenza e nel sostegno alla donna in gravidanza ma anche negli argomenti, e anche se apparentemente ognuno parlava del proprio tema è stato bellissimo scoprire punti di contatto e, appunto, di continuità tra tutti gli interventi.
Ecco, io parlo per me perché posso dire quello che io ho sentito e che mi riempie di gioia è il fatto di essermi in prima persona divertita durante il weekend, rilassata, vedendo che tutto filava liscio in modo naturale, proprio come una nascita rispettata e avvenuta in un ambiente protetto.
Protezione. Questa parola proprio Odent l'ha ripetuta spesso, spiegando l'importanza di proteggere la donna durante il travaglio (ma non solo) da interferenze e stimoli che potrebbero attivare troppo la sua parte razionale a scapito della parte istintuale.
Ecco, oltre a sentirmi protetta, questa schiera di professionisti, diversi tra loro ma animati tutti da una missione, da un fuoco sacro, mi ha fatto sentire parte di una rete, di un processo, di quella Danza della Vita che abbiamo tanto voluto nel nome dell'evento. Emiliano Toso lo spiega bene questo concetto durante l'introduzione ai suoi concerti quando parla dell'interazione delle cellule, e io ho sentito che tutto questo durante il weekend è accaduto.

Sto già pensando a come far continuare la Danza, un po' perché quasi quotidianamente mi chiedono quando sarà la prossima edizione, un po' perché una cosa così bella come il dialogo non può rimanere isolata ma deve avere, lo ripeto...continuità.
E in attesa del prossimo appuntamento, che ognuno si dedichi alla propria Danza della Vita...💙💚💛💜

giovedì 10 maggio 2018

Vorrei un tempo lento lento...

Questa mattina mio figlio si è svegliato da solo e presto. Non troppo presto, non da farmi implorare di dormire ancora un po', tanto più che ero già sveglia anche io e cercavo solo un buon motivo per alzarmi dal letto. Mattinata senza appuntamenti, bambino che si sveglia alle 7.00 e la prospettiva di tutto il tempo davanti.

Mi sono accorta di un mio schema automatico che è quello dell'andare di corsa, una modalità che mi veniva spontaneo mettere in pratica anche questa mattina che non ce n'era bisogno. Mentre facevamo colazione mi sono ascoltata e ho sentito tutta la mia fretta, la mia scarsa disponibilità a stare in quel momento unico di pace e condivisione di questo nostro momento. Avrei voluto andare in cucina, preparare altre mille cose, ma sentivo l'affanno in tutto questo, e contemporaneamente, il bisogno di Lorenzo di lentezza e di assaporare la sua frutta. Mi ha chiesto di tagliargli il melone in pezzi piccolissimi e li ha mangiati lentamente, e io con lui. Poi siamo andati a scegliere i vestiti, mentre mettevo a posto la tavola lui ha giocato un po' con la sua bicicletta e poi ci siamo preparati per uscire! 

Visto che avevamo tanto tempo ci siamo concessi anche una pausa al bar insieme e mentre io ho preso il caffè gli ho letto con calma due libri.
Ora che racconto tutto questo sento ancora la fatica di aver cambiato il mio ritmo interno ed esterno a favore del suo, di aver provato ad cavalcare le circostanze che mi permettevano di non correre, la difficoltà di prendersi più tempo e sentire l'affiorare di qualcosa di scomodo. 

Al giorno d'oggi so di essere in buona compagnia perché la società va spesso di fretta e non ci sentiamo problematici se lo siamo anche noi, anzi a me questa mattina è successo il contrario: mi sembrava di andare controcorrente rispetto al mio interno e all'esterno...ma nel traffico mi sono scoperta tranquilla, rilassata e incurante della colonna di auto che avevo davanti...stamattina avevo finalmente tempo!

Credo che ogni tanto sia importante farci fare questo regalo dai nostri bambini: farci donare uno spazio più lento per stare con loro, anche in silenzio, assecondare i loro desideri importantissimi senza bollarli come perdite di tempo, cullarli nel non far niente, nell'aspettare, nel guardare fuori dalla finestra, nello stringersi in un abbraccio tra un boccone e l'altro, nell'arrivare a scuola con un sospiro di sollievo e non con il fiatone. Vi assicuro che tutta la giornata ne risente positivamente!

Oggi andiamo da Feltrinelli e per l'occasione cercherò questo libro per lui ma soprattutto per me!